Io e i libri

Ho letto molte migliaia di libri.  E libri di molte centinaia di tipi diversi.

Molti mi hanno fatta felice, qualcuno mi ha fatto arrabbiare, altri mi hanno fatto intristire, tanti forse troppi mi hanno lasciata indifferente benché anche in questo ci sia del buono: se ti cade dalle mani quando ti addormenti e perdi il segno quando ti svegli e vuoi continuare a leggere puoi tranquillamente aprire a caso.. tanto é indifferente.
I famosi libri per dormire anzi da dormire
Qualcuno l’ho buttato direttamente nella carta da riciclare, anzi una notte mi sono alzata apposta per gettarne via uno che non volevo ammorbasse l’aria della mia stanza né la mia libreria.
Da un po’ di tempo in qua leggo e dimentico poco dopo; comodo e utile così se resto senza niente di nuovo da leggere basta pescare fra quelli che sono lì da un po’:  come nuovi e a metà prezzo!

Ogni tanto capita di sentire qualcuno in TV o alla radio che chiede al personaggio di grido quale sia il libro della sua vita (veramente capita più spesso che parlino di film o canzone..) e a me viene da pensare cosa risponderei io.
Ci devo aver pensato su a lungo, senza accorgermene, in quella parte di me che si fa lunghe e interessanti chiacchierate con me stessa e come sempre so che la domanda ha più di una risposta.

Layout 1Un libro che mi ha segnata, avevo dieci o undici anni, è stato Zanna bianca di J. London.
L’avevo portato a casa dalla bibliotechina scolastica  ma appena cominciato non sono più riuscita a smettere di leggere così ho ottenuto di rimanere alzata dopo cena per poter continuare almeno un po’.
Erano i primi anni cinquanta e in inverno si andava a letto subito dopo cena per risparmiare luce e legna.
Nella casa dove vivevo per scaldarsi c’era solo la cucina economica (vedere eventualmente su Google..) che  i miei dopo cena lasciavano spegnere e che quindi conservava un po’ di calore solo se si stava molto vicini. Anzi, siccome i piedi gelavano, li mettevo dentro al forno (come Pinocchio) per scaldarli un po’.
Curiosamente di questo episodio ricordo tutto, anche dettagli e sensazioni, anche dove ero e come stavo, il freddo, il silenzio della casa addormentata, me che leggevo e leggevo e finivo il libro…e mi mettevo a piangere.
Un pianto disperato, con singhiozzi e lacrime. Eppure il libro é a lieto fine.

Infatti non era la vicenda che mi faceva piangere ma la sensazione di essere stata abbandonata, la consapevolezza che il libro mi aveva chiuso la porta in faccia,  che dovevo per forza andarmene da quella storia nella quale avevo vissuto fino a quel momento.
Una sensazione profonda di esclusione senza rimedio.
Loro avrebbero continuato a vivere la loro storia e io restavo sola nella cucina ormai gelida.

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