La primavera e Beethoven

1960, primavera.
Dopo mesi e mesi  lunghissimi di nebbia fitta e cielo basso e grigio come solo possono esserci nella bassa romagnola per la prima volta andiamo a scuola sotto un sole brillante e un cielo azzurro che quasi non ci ricordavamo più.
E’ una scuola superiore, siamo all’ultimo anno e quando all’improvviso si accende l’interfono e la voce severa del Preside invita tutti noi maturandi a scendere in Aula Magna.
Cosa mai accaduta e  siamo preoccupati, sorpresi, elaboriamo ipotesi fantascientifiche e, soprattutto, tremende mentre scendiamo le scale.
Ma quando siamo tutti riuniti nell’emiciclo scopriamo che le nostre fantasie non avrebbero mai saputo uguagliare la realtà

“Siccome oggi é il primo giorno in cui davvero sembra primavera ho pensato che sia giusto celebrare la bellezza di questa giornata ascoltando tutti assieme la Sesta Sinfonia di Beethoven

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Senza parole!
Ci dice in modo semplice ed efficace il senso e le caratteristiche della musica e poi lascia che assieme al primo movimento anche la nostra mente esca nella campagna…
Eppure era severo e bacchettone:  la primavera  e la sua passione di educatore avevano ispirato anche lui oltre al vecchio caro Ludvig van!

La primavera e Beethovenultima modifica: 2009-08-27T10:10:00+02:00da scanfesca
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