Ci sono tanti modi per ricordare i viaggi che si sono fatti, i luoghi che si sono visti e amati. Uno molto diffuso é acquistare soprammobili che poi al momento di spolverare possono ispirare pensieri non sempre gradevoli.
Io ho scelto quest’altro: comprare oggetti tipici del luogo, ma utili, che poi a casa utilizzo normalmente.
Mi pare ci siano dei vantaggi : abbellisce la mia cucina, siccome vengono usati regolarmente non c’é pericolo di polvere, e poi ogni volta che li uso o ci poso lo sguardo mi tornano in mente luoghi ed emozioni.
Per esempio: la ciotola grande blu é Barcellona: una bottega artigianale con una lunga storia erano così tante le cose belle che ne ho scelte troppe: poi non riuscivo quasi a portarle all’appuntamento nella Piazza del Duomo dove sono arrivata con un’ora di ritardo.
e la ciotola blu piccola, sulla strada per S.Michel de Cuxa, nei Pirenei.
La brocchetta mi riporta a Bruges, nel negozio dove si fa ancora oggi la senape artigianalmente come nel ‘600.
La ciotola ruggine: mercato di Barcelos, su suggerimento di Saramago.
Il barattolo di vetro conteneva una fantastica marmellata di arance comprata al supermercato ad Ankara, una volta mangiata non potevo gettare il barattolo e allora ci tengo i semini di cumino per decorare le torte salate.
Il vassoino con i due bicchieri viene da un paesino della costa della Bretagna, Dinan. Ogni pezzo é firmato dall’autore da cui li ho comprati, uno che amava l’Italia e gli italiani (cosa rara a quelle latitudini).
E poi la piccola conchiglia chiara: è un gratta-aglio fabbricato a Grottaglie, acquistato a Gallipoli in una giornata di mare e sole; grazioso e persino comodissimo.
Alla fine la strana ciotola composta da due parti: davanti per contenere le olive e la parte più piccola dietro per i noccioli; ce ne erano in ogni bar, osteria, locale di Burgos e sono riuscita a trovarla al mercato, ne ero fiera come se avessi trovato chissà quale tesoro.