Questo armadio è in casa della nostra famiglia da circa un secolo e prima era appartenuto a qualcun’altro che lo aveva venduto come roba vecchia, per uno più alla page.
Insomma io lo vedo da decenni e non mi era mai successo di pensare che lì dentro ci stava quasi tutto l’abbigliamento di una famiglia.
E’ largo un metro scarso, alto un metro e mezzo più il cassettone sottostante.
Quasi tutto perché c’erano anche un comò, quattro cassetti di cui il primo in alto più piccolo é destinato di solito alle “carte” , e una cassapanca per lenzuola e coperte.
Erano tempi in cui un abito, un cappotto, una giacca duravano anni anche perché costavano oppure costavano perché erano di qualità e quindi duravano…
Adesso guardo il mio armadio d’epoca con occhi diversi, e mi vengono in mente i vestitini che mia madre ricavava dalle parti non sciupate di indumenti più grandi, pedalando svelta sulla sua Singer la preziosa macchina da cucire.
E mi viene in mente “la capparella” come si chiama in romagnolo il tabarro insomma il mantello a ruota che finchè é vissuto ha indossato il mio nonno per ripararsi dal freddo.
Lo aveva comprato ad un mercatino dell’usato militare alla fine della seconda guerra mondiale ed era così di buona qualità che lo ha riparato per tutto il resto della sua vita (tra l’altro per uno che si muoveva in bicicletta era comodissimo).
E mi viene in mente anche che il mio babbo, al passaggio del fronte sulla linea gotica, seppellì un baule di libri (per lui le sue cose più preziose), ma i vicini seppellivano lenzuola e rotoli di tela tessuta al telaio.
E mi viene anche in mente che ci sono paesi dei nostri Appennini che hanno avuto un passato ricco e prospero perché erano in montagna fra pascoli e pecore e la lana allora era come oggi il petrolio.
Del resto che mestiere facevano i Medici di Firenze? Come li avevano fatti i soldi?
Poi vado al mercato, decine di bancarelle tutte con gli stessi straccini e gli stessi occhi a mandorla.
Costano poco, durano poco, e per fortuna dato che sono così brutti.
E mi arrabbio un po’ quando, alla ricerca di un indumento caldo, leggero ed elegante per i miei nipotini chiedo la lana e le commesse, con un’aria un po’ di compatimento vogliono spiegarmi che la lana fa allergia ed é meglio il cotone caldo…
Cerco di trattenermi e di uscire senza fare scempio e a volte ci riesco anche.