Fra tutte le cose che ho fatto c’è stato anche un periodo da capo-scout. Così bambini nella famiglia, nella professione di maestra e anche nel tempo libero…
Campo estivo di lupetti e coccinelle, abbazia del Beato Angelo sui colli della Vallesina: la struttura antica di solito è disabitata per cui numerosi sono gli “animaletti” che vengono fuori dai pertugi dei muri.
E’ sera, nel chiostro fa già buio, dalla toilette in fondo un grido terrorizzato: “Aiutoooo una bestia!!!”. Accorro trafelata. Non mi ricordo nemmeno se fosse un ragno o uno scorpione o che.
Con garbo lo sposto fuori ma siccome lo scout dovrebbe conoscere e amare la natura e non temerla cerco di farli guardare la “bestia” con curiosità, dicendo qualcosa sul perchè e come è fatto così e come vive.
Se ne vanno tranquilli, chiacchierando nel buio e io li seguo non vista.
Il lupetto più piccolo, dice all’altro, un anziano (come lo si può essere sotto i dieci anni):
“Secondo te sa tutte queste cose perchè è una maestra o perchè è un capo-scout?”
L’anziano: “Secondo te la tua maestra le sa queste cose?”
“Mi sa di no…allora è perchè è un capo-scout!”
Sono dovuta tornare indietro nel buio, con un sorriso sulle labbra, ma anche con un grande problema professionale…