beati i poveri…

 

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Come ho già scritto ho un passato anche da capo scout e in quella veste ho avuto molte esperienze di incontri e celebrazioni comunitarie significativi e coinvolgenti, ma anche qualcuna diversa… Ricordo una meditazione sul Vangelo delle Beatitudini in cui ognuno che lo voleva (erano anni conciliari)  durante la messa commentava il  Vangelo. Insomma partecipavamo tutti come celebranti… una cosa molto seria e che mi pareva comportare una forte responsabilità personale.

In tanti intervenivano con commenti del tipo: “riflettiamo sui significati possibili di “beati i poveri”:  poveri sono anche coloro…”  e poi  “proviamo a pensare che beati i poveri significhi anche…” “poveri sono anche quelli che…”

Il senso di nausea e di rabbia mi stava strozzando quando il Grande Capo Nazionale, quello che presiedeva l’incontro, un laico intelligente, lucido ed estremamente aperto intervenne così:

“Proviamo a pensare che BEATI I POVERI possa significare BEATI I POVERI e basta!”

1340208105239clip_image001Che sollievo! Non ho avuto bisogno di intervenire, mi aveva riconciliato con la celebrazione. Nello scambio della pace ho approfitatto per abbracciarlo con sincera gratitudine

PS: Durò poco: si dimise da Grande Capo Nazionale anche per protesta  contro la defenestrazione – per motivi di opinione – di una altro capo (che ero io)

 

 

ascolta il tuo corpo

ascolta copieQuando sento dire che per guarire bisogna “ascoltare il corpo” ho un moto di insofferenza come sempre davanti alle manifestazioni di quello che chiamiamo new age.Ultimamente però mi sono ricordata di un paio di episodi della mia vita che, altrimenti inspiegabili, possono dare ragione  a questo modo di pensare.

FSNgilardi_50177-bassaPrimo episodio: 1944, in Romagna, sulla linea gotica.
Si vive sotto i bombardamenti, si ha poco da mangiare. Io avevo un anno e scrostavo l’intonaco (che all’epoca era a calce) e poi mi mangiavo quello che ricavavo. I miei fratelli allarmati informano mamma dicendo che mi mangiavo i muri, mamma si rivolge al medico che le spiega “Sciocca, di che ti preoccupi? A questa figlia non hai certo potuto dare da mangiare cibi ricchi di calcio e lei… se lo prende dove lo trova!”
Chiedersi come facessi a sapere che ce ne era nell’intonaco evidentemente non
venne in mente a nessuno, già di problemi  ce n’erano troppi.

semioleosiSecondo episodio,  anni ’90.
Dopo una serie di emorragie le analisi del mio sangue danno la quantità di ferritina a livello allarmante. Il medico propende per cure drastiche che rifiuto e rinvio.
Intanto mi viene una passione strana e straordinaria per le noci. Ne mangio con passione continuamente, addirittura quando le compro comincio a mangiarle per strada. Mi accorgo che penso alle noci anche in momenti assurdi, che mi preoccupo di averne la scorta, cerco di procurarmele in anticipo, ne ho sempre in tasca…. Insomma una vera fissazione.
Ad un certo punto capisco che mi comporto con le noci esattamente come facevo con le sigarette quando fumavo: una vera e propria  dipendenza.
Poi il bisogno di noci è scemato e…il valore della ferritina si è normalizzato.
Solo in seguito ho avuto la curiosità di capire e ho scoperto così che le noci contengono non so che componente che favorisce la fissazione del ferro nel sangue…

tiramisu_0646_wmNonostante queste esperienze penso che con questa storia di “ascolta il tuo corpo” bisogna andarci piano.
Ci sono  volte che lo sa cosa deve dire, ma ci sono anche le volte che mi suggerisce scorpacciate di tiramisù.

PS.: le immagini sono di repertorio