piazza grande

b_730_82467935-5807-445b-9193-13ece12c901aLeggo di una ricerca secondo la qualePare che uno degli elementi che gli stranieri amano della vita nelle nostre città e nei nostri piccoli centri sia la piazza, luogo di sosta, di incontro, di divertimento. Un aspetto della nostra vita sociale del tutto sconosciuto in molti paesi, specie negli Stati Uniti.
Leggere questa notizia mi ha fatto venire in mente quando, circa trenta anni fa, su un treno partito da Bologna, in una prima classe di quelle vere mi sono messa a chiacchierare con una elegante signora americana, abbigliata lussuosamente e abbondantemente ingioiellata.
Mi chiedeva notizie di Bologna, di cui aveva ammirato l’aspetto medioevale. Io cercando di illustrarle anche l’aspetto non architettonico di quella che allora era ancora una città dal modo di vivere speciale, che privilegiava l’aspetto della  comunitò  le dissi a mo’ di esempio
“Sa che ogni giorno nell’angolo fra il Nettuno e il palazzo comunale ci si incontra anche fra sconosciuti e si discute delle cose della città, di politica insomma  ”

E lei molto meravigliata “E questo è un bene?”

Sono rimasta senza parole e credo di aver cambiato discorso…. Certo loro anziché in piazza andavano già nei centri commerciali…

Lucca la piazza

facebook e i miei ricordi

10523559_10152551197426814_7695725242611496104_nSe ne dicono tante su questo social, e quasi tutte a ragione. È il luogo delle polemiche, delle bufale, della denigrazione, della volgarità, dell’aggressione sessista… In questo luogo c’è di tutto, e ognuno può scegliere il suo bouquet di amici e quindi il suo stile di fb…. La mia scelta di “amici” mi ha offerto addirittura il recupero di ricordi assopiti e sepolti nel tempo. Mi é capitato soprattutto con la pagina LA CAMPAGNA APPENA IERI che, non a caso, racconta delle campagne della zona della Romagna  dove ho abitato da bambina e dunque i racconti di come si viveva lì coincidono con i miei ricordi. Per questo li leggo con gusto e attenzione, ma  qualche tempo fa mi hanno davvero fatto un dono.

Questa immagine di una chiesetta rurale di scarsa attrattiva, la chiesina del Zotto di Roncofreddo  mi ha letteralmente scaraventata  intorno al 1950 e subito dopo….

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Dopo la morte di mia madre avevamo lasciato il paese dove avevo vissuto tutta l’infanzia, S.Agata Feltria, montagna, Montefeltro, ruvido e lontano e ci eravamo trasferiti qui a Roncofreddo, sulle colline romagnole, morbide e accoglienti… Finalmente vivevo in paese, a contatto con tutti gli abitanti… per me bambina difficile davvero una festa. A maggio ecco che scopro il “mese di maggio” cioè la celebrazione del “mese mariano” insomma una pratica religiosa che chiedeva ogni sera del mese di maggio di raccogliersi in chiesa, recitare il rosario e poi le “litanie” (misteriose e magiche formule incomprensibili tipo “vas onorabile, vas adorabile…” ) in onore della Madonna.

A Roncofreddo si faceva in un modo affascinante: ci si radunava alla sera sul sagrato della chiesa e poi ci si incamminava, in processione,  per una viottola giù per il fianco della collina, verso la valle del Rubicone. La viottola fra i campi era fiancheggiata da siepi di rovi e di rose canine, piene di lucciole… si arrivava dopo qualche centinaio di metri, alla chiesina del Zotto (che in dialetto locale significa sasso) qui il prete impartiva una benedizione e poi si tornava su, in compagnia, nella sera che ormai diventava notte, chiacchierando e giocando.

Il profumo di quelle sere, il chiacchiericcio della gente, i lampi delle lucciole, il profumo dei campi e delle roselline… tutto, tutto mi ha riportato alla mente questa pagina che evidentemente ha i miei stessi ricordi. Che fortuna conoscere e frequentare facebook nel suo versante buono e intelligente.

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Le immagini di questo post non sono mie: quelle della chietina del Zotto vengono dalla pagina citata di fb  e l’ultima dal sito del Comune di Roncofreddo: nell’edificio con il portico, al secondo piano, c’era la mia casa.