Se ne dicono tante su questo social, e quasi tutte a ragione. È il luogo delle polemiche, delle bufale, della denigrazione, della volgarità, dell’aggressione sessista… In questo luogo c’è di tutto, e ognuno può scegliere il suo bouquet di amici e quindi il suo stile di fb…. La mia scelta di “amici” mi ha offerto addirittura il recupero di ricordi assopiti e sepolti nel tempo. Mi é capitato soprattutto con la pagina LA CAMPAGNA APPENA IERI che, non a caso, racconta delle campagne della zona della Romagna dove ho abitato da bambina e dunque i racconti di come si viveva lì coincidono con i miei ricordi. Per questo li leggo con gusto e attenzione, ma qualche tempo fa mi hanno davvero fatto un dono.
Questa immagine di una chiesetta rurale di scarsa attrattiva, la chiesina del Zotto di Roncofreddo mi ha letteralmente scaraventata intorno al 1950 e subito dopo….
Dopo la morte di mia madre avevamo lasciato il paese dove avevo vissuto tutta l’infanzia, S.Agata Feltria, montagna, Montefeltro, ruvido e lontano e ci eravamo trasferiti qui a Roncofreddo, sulle colline romagnole, morbide e accoglienti… Finalmente vivevo in paese, a contatto con tutti gli abitanti… per me bambina difficile davvero una festa. A maggio ecco che scopro il “mese di maggio” cioè la celebrazione del “mese mariano” insomma una pratica religiosa che chiedeva ogni sera del mese di maggio di raccogliersi in chiesa, recitare il rosario e poi le “litanie” (misteriose e magiche formule incomprensibili tipo “vas onorabile, vas adorabile…” ) in onore della Madonna.
A Roncofreddo si faceva in un modo affascinante: ci si radunava alla sera sul sagrato della chiesa e poi ci si incamminava, in processione, per una viottola giù per il fianco della collina, verso la valle del Rubicone. La viottola fra i campi era fiancheggiata da siepi di rovi e di rose canine, piene di lucciole… si arrivava dopo qualche centinaio di metri, alla chiesina del Zotto (che in dialetto locale significa sasso) qui il prete impartiva una benedizione e poi si tornava su, in compagnia, nella sera che ormai diventava notte, chiacchierando e giocando.
Il profumo di quelle sere, il chiacchiericcio della gente, i lampi delle lucciole, il profumo dei campi e delle roselline… tutto, tutto mi ha riportato alla mente questa pagina che evidentemente ha i miei stessi ricordi. Che fortuna conoscere e frequentare facebook nel suo versante buono e intelligente.
Le immagini di questo post non sono mie: quelle della chietina del Zotto vengono dalla pagina citata di fb e l’ultima dal sito del Comune di Roncofreddo: nell’edificio con il portico, al secondo piano, c’era la mia casa.
molto bello come descrivi i tuoi ricordi…
Buona Domenica, inizialmente lo criticavo pure io ma da qualche anno è il mio migliore amico
davvero é uno strumento che può essere usato in modo intelligente e utile
Cara amica quasi compaesana (io a Roncofreddo sono nata parecchi anni fa e ci sono vissuta fino al 1960). Nel 2018 ho scritto dei ricordi d’infanzia un po’ mescolati come si addice al romanzo. Quello della vita a volte ha un senso difficilmente riconoscibile.
La passeggiata serale è rimasta anche nel mio ricordo punteggiato di lucciole.
Tuttavia credevo che la chiesa del Zotto si chiamasse così da Giotto, in quanto sull’altare era collocato un affresco (Madre col Bambino) di buona fattura, al punto da richiamare il grande pittore.