un matrimonio tutto diverso

All’improvviso mi sono accorta che facevano 50 anni di matrimonio… nozze d’oro eccetera eccetera…
Siamo un po’ refrattari alle cerimonie ( per dire:non abbiamo visto il taglio della torta di una nostra figlia perché ce ne eravamo già andati ) e allora mi è venuto in mente qualcosa di inoffensivo e indolore: ho pubblicato su fb l’album con qualche foto.

analisi BRUNA  st. 6Rivederle mi ha fatto venire in mente un sacco di cose e sono stata anche “cortesemente invitata” a scriverne.
Intanto il vestito corto… qualcuno lo ha definito moderno e in effetti era abbastanza originale allora.  Infatti il vestito doveva essere lungo e sontuoso, ma io volevo qualcosa di sobrio… e volevo un tessuto semplice, niente fronzoli.
All’epoca mia zia era la titolare molto apprezzata e  popolare di un negozio di tessuti molto fornito, uno dei più frequentati dalla città…
Quando le dissi che volevo il vestito corto e semplicissimo restò di sale. Non poteva essere: proprio io, la nipote sua… un vestito semplicissimo…anche alla commessa lo aveva regalato spettacolare e di pizzo, anche per la reputazione del negozio…
Io rimasi sulla mia decisione e ad un certo punto non se ne parlò più. Dalla sarta scelsi questa linea dritta, solo con le maniche gonfie. Stranamente la sarta mi fece l’ultima prova molto tempo prima della data fatidica.

colloquio

Avevo fatto una concessione alla zia solo per il tessuto che è sobrio, sì, ma che è mikado di Dior, fra i più costosi e raffinati doppioni di seta che esistano. Vabbé… lasciamo correre io lo avrei voluto di piquet di cotone, capirai…

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Poi bisognava avere qualcosa sulla testa perché in chiesa allora le donne non andavano a capo scoperto e così sono andata dalla modista (un altro mestiere scomparso!) cioè una signora sussiegosa che aveva un negozio per il Corso dove confezionava cappelli, acconciature per cerimonie.. ecco quella che ho in testa è una acconciatura: gli amici ne hanno dette di tutti i colori su questo coso, confondendolo con un cappello strabordante e invece avrebbe dovuto assomigliare ad un vaporoso velo ma  corto come il vestito.
Andai a sceglierlo e a provarlo indossando una camicia maschile a grandi scacchi e per poco la signora non si rifiutò di servirmi…certo che le sue creazioni  facevano a pugni con il mio stile rozzo quasi da cow boy . Alla fine avevamo scelto questo modello di tulle che avrebbe dovuto scendere a caschetto… quando poi alla mattina del matrimonio me l’hanno messa in testa mi sono così poco guardata che non mi sono accorta che era messa al posto sbagliato troppo in avanti e così sembra quella cosa lì, una specie di fagotto planato per caso sulla mia testa.

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A mia discolpa posso solo dire che appena salita in macchina, finita la cerimonia, la afferrai con vigore staccandola dalle forcine e la lanciai sul sedile di dietro dove la ritrovai giorni dopo.

noi

 

E il vestito?
La mattina del matrimonio me lo tirarono fuori dall’armadio dove lo avevano nascosto e così ho scoperto che era quello che avevo provato, sì, ma il busto era completamente lavorato con un complicato ricamo e coperto di perline…
La zia aveva trovato una alleata nella più brava ricamatrice (altro mestiere sparito) della città, una signora dolcissima che aveva un figlio a cui facevo lezioni private. Quel ricamo, di grande valore,  era il suo regalo di nozze.
Ormai non potevo fare niente e in fondo era bello, tanto!

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L’ultima sorpresa la trovai in chiesa, San Marco, una bella costruzione gotica con l’abside coperta da splendidi affreschi giotteschi. Non mi parevano necessari grandi addobbi, ma quando aprirono la porta scoprii  che l’altare era una splendida cascata di fiori bianchi…
La scusa fu che era un omaggio (della zia!) alle suore di clausura che custodivano la chiesa. Una di queste suorine era la zia di Giorgio e aveva avuto la dispensa dal vescovo per assistere al matrimonio, cosa proibitissima!!!
Le suorine ci avevano poi preparato nel convento accanto un buffet straordinario di cui purtroppo non ho immagini (non si usava allora) ma che era una poesia di dolcetti, pasticcini, biscotti, ricette antiche fuori dal tempo, tutti opera delle suore che partecipavano alla festa stando di là di grandi finestre con grata… insomma a mezza clausura.
Poetico e con un sapore di antico già allora.
Ancora un ricordo: avevo più volte scherzato con il parroco a proposito della puntualità: lui scommetteva che comunque avrebbe dovuto aspettare perché “si sa tutte le spose..”  A me seccava molto essere accomunata a “tutte le spose” e giuravo che sarei stata puntuale. E invece arrivò lui con molto ritardo.
Al suo arrivo era così rabbuiato che non mi azzardai a dire niente: era accaduto che  al campo scout dove aveva passato la notte precedente un forte temporale aveva mezzo allagato il campo e  avevano dovuto scavare i fossetti attorno alle tende (cosa che avrebbero dovuto fare ben prima..). Uno dei ragazzi al buio aveva dato una “zappata” sulla testa a un altro. Corsa all’ospedale, cuciture, avvertire i genitori  … insomma aveva avuto seriamente da fare povero Don Attilio.
Insomma una cerimonia che è stata diversa da come l’avrei voluta, eppure nonostante tutto e nonostante non sempre sia stata discesa  ha funzionato e siamo qui, cinquanta anni dopo.

torta

un matrimonio tutto diversoultima modifica: 2016-07-13T15:11:43+02:00da scanfesca
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