Il tegamino della pappa è caduto e si è rotto il manico…
È il tegame più piccolo della mia batteria di tegami, venne acquistato alla nascita della prima figlia, per la pappa dopo il latte materno; per questo, anche quando ormai erano passati anni e anni dalle pappe e dai biberon, per indicarlo in casa dicevamo “il tegamino della pappa”.
Insomma si può facilmente dire che ha circa 50 anni e per tutto questo tempo lo abbiamo usato, anche dopo le pappe, per piccole quantità, per scaldare un po’ di acqua, insomma quasi ogni giorno e ha sempre fatto il suo dovere. Poi oggi è caduto e si è rotto… porca miseria!
Rifletto però che è anche il simbolo di una economia e uno stile di discutibili forse: una fabbrica che produce oggetti d’uso così di qualità da durare mezzo secolo (e se non fosse caduto forse anche oltre) come può restare sul mercato? Dovrebbe andare a vendere i suoi tegami anche sui pianeti esterni al sistema solare…
E una famiglia che ne ha avuto cura per mezzo secolo, che non l’ha fatto cadere prima, che non ha avuto voglia di metterlo via e comperarne uno con un design più attuale anche questa famiglia fa venire qualche dubbio.
Siamo così: ancora adesso i nastri non sciupati dei pacchetti, le buste del supermercato piegate a origami, lo spago, i vecchi tegamini prima di buttarli li usiamo e riusiamo finché sono utilizzabili in modo dignitoso e utile o finché non cadono e si rompono… insomma il consumismo ci ha sfiorati ma non assorbiti, ma resta il problema della economia: quanto ha potuto sopravvivere la fabbrica del mio robustissimo tegamino?