Guardandolo disegnare con tanta concentrazione mi sono chiesta spesso se sia soltanto un dato caratteriale, che doveva essere così vattelapesca perché
Poi ho ricordato quello che forse è stato l’inizio. Avevo finalmente trovato una scatola di pastelli adatti a lui e soprattutto alle sue mani: erano grossi abbastanza per essere maneggiati con facilità e corti in proporzione, insomma sulla misura delle sue manine “cicce” di bambino di poco più di un anno ed erano pastelli quindi lavabili e si potevano usare senza il rischio di fare disastri. Anche le mine erano quelle giuste: pastose, morbide e lasciavano un segno dal colore vivace, nei colori fondamentali: giallo, verde, rosso, nero e BLU… Gli abbiamo fatto vedere che cosa succedeva se lo strisciavamo su un foglio di carta e lui, attentissimo, ce lo ha tolto dalle mani per studiarlo.
Eccolo qui nella foto il ricercatore che si chiede forse come funzioni, come accada quel miracolo, cosa c’è lì dentro che fa succedere ‘sta cosa, e poi chissà se succederà ancora…
Ha studiato e poi provato e soddisfattissimo ha riprovato con entusiasmo e grande felicità… “Ti piace? È il BLU!” Ripete beato “bu bu”. Abbiamo cercato di proporgli anche gli altri colori… non c’è stato niente da fare, gli altri colori non lo interessavano, solo il BU gli piaceva e così tanto che per giorni nessuno di noi ha più potuto toccare quel fantastico bastoncino che gli aveva fatto scoprire la magia. Lo teneva sempre stretto in mano e lo portava anche a nanna.
Poi ha imparato ad amare molto disegnare e usare anche altri colori e altre tecniche, ma tutto è cominciato con quel magico bu.