Sono stata anche una dattilografa, battevo a macchina la corrispondenza in una “fabbrichetta” nella campagna marchigiana. Un’industria chimica che, come l’ho capita io, raccoglieva scarti di macellazione e li trasformava in denaro. A preparare le lettere che dovevo battere a macchina erano in più di uno e la dattilografa solo io, c’era da fare e in fretta e bene…
E se ti sfuggiva un errore erano guai… togli i fogli, cancella, rimettili su, ribatti sperando non si vedesse. Come è evidente era epoche fa.
Insomma quando sono arrivata a scrivere al computer la possibilità di sostituire, spostare, copiare e incollare parti del testo mi è sembrata miracolosa e bellissima. Io certo la sapevo e la so apprezzare di più di chi non sapeva come succedeva prima, quanta fatica e tempo e pazienza questa modalità di scrittura risparmia. È un pensiero che mi attraversa spesso la mente mentre scrivo, e sono sempre grata a chi l’ha inventato.
Qualche giorno fa mi è capitato sotto gli occhi un sito che pubblica centinaia di pagine autografe di grandi della letteratura o della storia.
Sono pagine in cui l’autore rivede, corregge, rifà, cancella, sposta brani o parole, in un affannoso fare, cancellare, disfare e rifare. Lo hanno fatto tutti, pare, incerti fino all’ultimo su come scrivere e cosa.
Le pagine, ormai diventate famose e fissate per sempre nella pagina stampata nella versione definitiva, si possono vedere mentre prendevano vita, mentre nascevano e si formavano nella mente dell’autore. Straordinario!
Per fortuna non esisteva ancora il copia-incolla, né la possibilità di correggere facendo sparire la scrittura precedente altrimenti tanta storia, tante vicende, pentimenti, ripensamenti, svolte della storia, sarebbero andate perdute.
Leonardo Sinisgalli scriveva
“Si scrive / si cancella, /una parola si guadagna / e si perde.”
Nel guardare questi autografi mi sono venute in mente anche quelle considerazioni sullo scrivere a mano su cui menti ben più potenti della mia hanno detto. Di sicuro non scrivere più a mano è una perdita come diceva Ceronetti che spero questa volta abbia torto almeno un po’
“Senza l’uso costante della grafia manuale il regresso civile e umano delle nazioni può essere spaventoso”
Come sempre immagino che la soluzione sia una robusta e saggia via di mezzo difficile da realizzare.
Per chi fosse interessato sulla pagina fb “Il mestiere di scrivere” l’ album Scritti a mano