Di quel 2 agosto ricordo tantissimi particolari, dove ero e cosa facevo quando l’ho saputo (stavo pulendo la verdura nella cucinetta della casa che avevamo affittato in campagna in un minuscolo paesino, Domo di Serra San Quirico) ricordo le prime ipotesi quelle dello scoppio di qualcosa al ristorante: c’ero stata qualche giorno prima e ricordavo ancora i volti e la cortesia degli addetti al banco…e poi l’angoscia della diretta, con le notizie che peggioravano di momento in momento.
In quella casa essenziale non c’era il televisore per cui i primi ricordi sono solo le notizie della radio, ma sufficienti per imprimere nella mente per sempre l’ora, il giorno, l’orrore…
In seguito ho visto il filmato (che non sono stata capace di ritrovare) che con una camera fissa ha ripreso per ore quello che accadeva sul piazzale della Stazione sventrata dalla bomba…
non c’era il commento solo i rumori dei richiami, dei motori, delle sirene delle ambulanze…
Un filmato agghiacciante e nello stesso tempo consolante perchè si vede la enormità della tragedia ma anche la solidarietà, il coraggio, l’abnegazione, la generosità dei bolognesi che in qualunque modo cercavano di essere di aiuto. E in mezzo a questa folla di persone l’autobus 37 diventato poi leggendario.
Fino a notte fonda fece la spola fra la stazione e gli ospedali purtroppo per portare le salme in modo da lasciare le ambulanze ai feriti… Avevano messo lenzuola bianche ai finestrini per conservare un minimo di dignità a quei morti innocenti.
Il racconto della reazione della popolazione mi fa ogni volta commuovere: le file di volontari ai pronto socorso per donare il sangue, così numerosi che i medici li dovettero rimandare a casa, gli ottici che si misero a sostituire gli occhiali a chi li aveva perduti nello scoppio… l’organizzazione rapida dei soccorsi che lasciò sgombra una delle corsie dei viali che circondano la città, sulla quale si affannavano le ambulanze… Bologna che colpita ma restava in piedi, ancora adesso il ricordo mi fa venire il nodo alla gola, come l’immancabile visita, ogni volta che si passa a Bologna, alla sala d’aspetto della 2^ classe e il suo monumento così semplice e toccante..
E qualcuno voleva togliere la parola fascista dalla lapide…
ricordi di chi c’era qui
per le foto sono grata al web e all’Associazione famiglie delle vittime.