Quando si doveva partire per una vacanza estiva ci capitava spesso di scegliere come orientamento generale il nord-ovest, in direzione Francia e poi eventualmente Spagna e Portogallo… abitando nelle Marche l’itinerario sembrava obbligato: autostrada A14 fino a Bologna e poi sempre autostrade fino a Genova; di lì si doveva passare per raggiungere poi la frontiera (quando ancora c’era) e poi Ventimiglia….
Sembrava ovvio, ma abbiamo seguito questo percorso solo la prima volta all’andata verso la Provenza. Al momento di tornare G. che guidava chiese a me che facevo il navigatore di scegliere sulle carte un percorso che escludesse la Liguria.
“Perché?” “Non voglio più fare quell’autostrada che passa sopra le case, che non ha corsia di emergenza, che è trafficata e confusa…”
A noi, forse perché provinciali marchigiani, metteva paura quel nastro di strada che saliva arrampicandosi su zampe gigantesche e poi si sfrangiava in giganteschi intricatissimi svincoli… a me è rimasto negli occhi lo sguardo che ho involontariamente gettato dentro le stanze, forse al quinto-sesto piano, delle case sopra e accanto a cui la strada passava. Una vertigine.
Così è cominciata una specie di caccia agli itinerari alternativi: molto piacevole e anche divertente dato che, siccome non avevamo vincoli di tempo né prenotazioni e siamo amanti del viaggiare lento, potevamo scegliere cosa fare momento per momento, nel nostro stile.
Abbiamo sperimentato sia all’andata che al ritorno molti dei valichi fra Francia, Piemonte e Valle d’Aosta, scoprendo zone, paesaggi, paesi, ambienti di cui avevamo a volte solo sentito parlare ma spesso nemmeno quello. Scoperte vere.
C’è venuto in mente ieri, mentre guardavamo inorriditi il ponte Morandi, crollato tragicamente.