accidenti a Chopin

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Abitavamo nel centro storico della nostra piccola città di provincia, in una vecchia casa con qualche secolo addosso che affacciava su un minuscolo giardinetto recintato da un muro…. l’appartamento al piano terra che dava sul giardino, che nessuno voleva come abitazione,  era stato affittato ad uno studente del Conservatorio.

Studiava pianoforte e veniva lì ad esercitarsi perchè a casa sua non ne potevano più.

Stava studiando Chopin, la Polacca op.53

Certo un pezzo non facilissimo… Ogni giorno lo ascoltavo arrampicarsi su per quella meravigliosa serie di note che salgono, salgono e sempre più veloci arrivano in cima e… poi si sciolgono in una melodia più distesa….

Solo che lui, il pianista, saliva, inciampava, ricominciava, saliva, saliva, inciampava, ricominciava… Era estate, le finestre aperte… el vicolo stretto fra le mura delle case  la musica si amplificava e arrivava alla mia finestra limpidissima….

Non so più quante volte, esasperata, ho chiuso le finestre e poi messo il mio disco sul piatto ho lasciato fluire la musica che saliva, saliva e poi finalmente si scioglieva e trovava il suo compimento. Altrimenti sarei diventata isterica.

 

 

 

 

Funerale d’inverno

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Chissà come certe cose capitano, se è per caso o perché un’ entità benigna decide che ci spettano…
Quel giorno quando ho visto che cominciava a nevicare sono andata alla finestra della camera, dall’altra parte della casa, per controllare se le finestre erano a posto.
La finestra a cui mi affaccio dà sul Corso di cui riesco a vedere un lungo tratto rettilineo, stretto fra i palazzetti  del ‘700, ed è così in alto che tutto si vede “in pianta”
Un piccolo corteo sta avanzando con passo lento: davanti la banda che suona la marcia funebre di Chopin poi  una bara che ondeggia appena,  portata a spalle e ancora un piccolo gruppo di persone che percorrono lentamente la strada, sfociano nella Piazza, girano l’angolo sotto una nevicata lieve, a grandi fiocchi lenti.
Il corteo si allontana, la musica si affievolisce e si spegne.
Ma nella mia mente ogni tanto torna questo straordinario funerale a Veniero, appassionato musicista di provincia che ha dedicato tutta la sua vita alla musica, portato a spalle dagli amici, accompagnato dalla  musica, a cui anche la neve ha voluto partecipare.