ma vai a Jesi!

Jesi, una cittadina di provincia che dalla storia ha ereditato una fama curiosa

Gli italiani di provincia mostrano sul web quanto amano le loro piccole patrie. Molti cercano di scrivere i loro proverbi, modi di dire, frasi abituali in un dialetto di cui quasi sempre ignorano  il perché si dice  quello e in quel modo. E’ capitato anche a me, parecchio tempo fa, quando a Jesi ci venivo  da ragazzina dato che ci abitavano i miei parenti più stretti.

400px-Jesi,_MuraAbitavo allora a Bologna e la prima volta che dissi  “in quei giorni vado a Jesi” mi sono sentita rispondere: “Ma ci vai perché ci devi andare o perché ti ci hanno mandato?” La risposta mi incuriosì ovviamente e andai a cercare il perché. Dunque se a Bologna dicevano “Vai ben a Jesi” significando “Va a morire ammazzato” oppure  “Vatti a far impiccare” non è perché i bolognesi abbiano qualcosa a che dire su Jesi (anzi alcuni nemmeno credevano esistesse davvero un posto chiamato Jesi, pensavano fosse lo stesso che ammoriammazzato) ma è che, al tempo del dominio papalino delle Marche e anche del Bolognese, a Jesi si fabbricavano cordami di alta qualità per la Marina Asburgica e per le reali impiccagioni e, vedi caso, anche ottimi saponi che servivano tra l’altro  per lubrificare le corde suddette.

CORDERIE-ROYALE-4-TIJ-022 copie copieInsomma già i marchigiani erano tristemente conosciuti perchè facevano gli esattori per il papa da cui il detto “meglio un  morto in casa che un marchigiano sulla porta”  gli jesini per di più oltre che marchigiani erano anche in qualche modo partecipi delle impiccagioni…

Dunque un detto, ancora oggi o quasi, usato nasce ed  è documento e memoria della storia quella vera anche se non quella “grande”. Il mio parroco mi raccontava che quando era un giovane seminarista, accompagnò un gruppo  a Bologna assieme a tanti provenienti da mezza Italia. Lui reggeva un cartello con la scritta JESI e si accorse che chi li vedeva passare li segnava a dito e sorrideva…
Loro, gli jesini, si guardavano per vedere cosa avessero che suscitava l’ilarità… “che ne so, magari avevamo il sottabito che passava sotto”… Trovarono la risposta solo chiedendo a un prelato bolognese che appunto raccontò la storia del “va ben a Jesi” E diciamo che la storia a volte è noiosa, lontana: è che noi siamo spesso un po’ ignoranti o almeno inconsapevoli, altroché!

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