la scoperta del Tai Chi

Nel 1973 la Cina era ancora un assoluto mistero, una realtà segreta e proibita di cui solo raramente potevamo cogliere qualche sprazzo e quasi sempre era stato manipolato ad arte. Per questo quando nel 1973 la rai trasmise il documentario girato in Cina da Michelangelo Antonioni io l’ho guardato con molto interesse.

C’é da dire che il regista era stato invitato in Cina dal governo cinese, era ancora vivo Mao e la rivoluzione culturale era nel pieno della sua azione. Antonioni filmò solo quello che gli fu consentito, ma l’occhio del grande regista riesce comunque a mostrarci la vita come sopita sotto la cappa onnipresente del controllo poliziesco di quei milioni di persone. Fu poi violentemente criticato dalla banda dei quattro… Guardarlo anche adesso è interessantissimo, se non altro per osservare le differenze abissali della vita e delle città fra allora e oggi.

Schermata 05-2457513 alle 09.19.49La Cina era un tale mistero che tutto era interessante e il documentario ancora adesso, per ritmo e qualità del racconto é affascinante. Però fra le altre cose mi avevano colpito tantissimo le immagini di persone che all’aperto, in modo informale, come dice il commentatore (che é Andrea Barbato) “all’alba, all’ombra delle vecchie mura tartare” eseguono questa  specie di “ginnastica che é anche una danza e una cerimonia come seguendo una musica che nessuno tranne loro può sentire

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(Nel filmato da vedere al minuto 5’44 un ciclista fa Tai Chi mentre va in bicicletta e poi dal 7’52 fino al 10’10 un gruppo che pratica “all’ombra delle mura tartare…”)

 

Era il mio primo incontro fugace e fulminante con il Tai Chi e per anni restò anche l’unico. Allora non c’erano youtube, i cd,  internet stava nascendo… insomma non c’era modo di tornarci su e di rivederlo. Ma nella mia mente era rimasta indelebile l’armonia di quei gesti, la straordinaria sincronia dei movimenti che nessuno guida, la bellezza di quei visi concentrati, sereni, ieratici…

Così quando, decenni dopo, cominciarono ad apparire anche qui da noi gruppi che offrivano l’esperienza del Tai Chi io con entusiasmo… ho spinto i miei familiari a provare: é piaciuto anche a loro che uno dopo l’altro ne sono diventati praticanti assidui o temporanei, hanno cambiato palestra e maestri più volte ma “la pratica” non é mai stata del tutto abbandonata anzi: il più piccolo, sei anni, per imitazione già comincia a eseguire i movimenti con una certa grazia… Io no, sono rimasta fedele alla mia ammirazione e paga di averne parlato ai miei e di averli in qualche modo avvicinàti a questa meravigliosa forma di ginnastica  che… “é una danza e anche una cerimonia…”

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