la tombola di Capodanno

“Cosa fare a Capodanno” è stata una domanda che non ci siamo nemmeno posti per parecchi anni: con le tre figlie bambine tiravamo fino a mezzanotte giocando alla tombola  per la quale noi genitori avevamo preparato piccoli premi.  Per qualche anno fu anche piacevole poi le più grandi, che avevano 4 e 5 anni più della piccola, cominciarono ad avere qualche programma con gli amichetti magari in parrocchia, ma non si poteva disertare.

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Dal dovere ormai diventato pesante ci liberò tutti  proprio la più piccola: era quella che aveva una fitta rete di amicizie e soprattutto aveva stretto rapporti affettuosi con una famiglia, i G., che avevano quattro figli, alcuni dei quali quasi coetanei di Giulia.

Avevano una casa grande, erano in tanti e abituati al caos gioioso (!) dei bambini ma soprattutto la signora Paola aveva il dono dell’accoglienza e della pazienza… impareggiabile!

La signora e i figli amavano molto la nostra figlia piccola così la invitarono a passare la notte di Capodanno da loro. Credo di non aver lasciato nemmeno finire la signora Paola di esprimere il desiderio che lasciassimo andare Giulia alla loro festa… Fu il libera tutti!

Le figlie grandi alle festicciole con gli amici e io e Giorgio a fare quello che ci piaceva, di solito una passeggiata nei dintorni dove goderci silenzi e luminarie da lontano. Che tutti noi si dovesse essere condizionati dalla “piccolaccia” non fu proprio digerita benissimo dalle sorelle, ma Giulia sapeva farsi perdonare.

la riscoperta del bisnonno

mutuo soccorsoQuando una casa “muore” cioè quando chi l’ha vissuta fino a quel momento non c’è più e bisogna vuotarla perché diventi di qualcun altro capita di incontrare il proprio passato o di scoprire un passato che non conoscevamo.

E’ successo anche a noi e nel guardare le foto di famiglia della prima metà del novecento quando le foto erano poche perché costavano e la gente era anche meno narcisista  ne abbiamo trovate alcune anche del bisnonno B, il padre del professore di matematica di cui ho raccontato qui.

Così ecco che anche su questo lato della famiglia si scopre che il sangue scorreva a sinistra fin dalla precedente generazione…infatti eccolo nella foto ricordo della casa della Società Operaia di Mutuo Soccorso di cui era socio e che a suo tempo era stata devastata dagli squadristi. Qui sono tutti fieri nel 1954, davanti alla nuova sede a festeggiare il  75° anno dalla fondazione.

Nonno Alfredo è quello con i baffi, in prima fila il terzo da destra. Sorride come faceva spesso anche quando l’ho conosciuto, un uomo con un notevole senso dell’umorismo.

Nelle Marche le società di Mutuo soccorso hanno avuto una grande importanza e diffusione, toccherà scriverne, ma prima tocca studiarne e parecchio. Mi piacerà!