Ho una certa difficoltà a pubblicare certe parole che ormai quasi chiunque dice e scrive con disinvoltura, come quelle che sicuramente in questo momento state pensando anche voi.
Lo so che la lingua e il senso del pudore cambiano, anzi ne ho lunga esperienza, anche diretta. Quando ho cominciato ad insegnare, anno scolastico 1964-65 in un paesino dell’Appennino marchigiano (vedi foto), spesso capitava che qualcuno dei bambini dicesse che qualcosa era “un casino” oppure che non si doveva “fare casino” e così via.
Per me allora era un’espressione assolutamente impronunciabile e inaccettabile e così cercai di far capire che era una “brutta parola” dal significato sconcio (che ovviamente non spiegai) e proposi una parola adatta per dire quello che di solito esprimevano con la parola “casino”: la parola magica, la parola bella, era “confusione”.
Mi davano retta, cercavano di fare attenzione, con una certa fatica. Un giorno durante il lavoro c’era un po’ troppo rumore e allora, alzando la voce per farmi sentire:
– Insomma! Cosa è tutta questa confusione?
Uno dei bambini, il terzo da sinistra seduto nella foto, mi si avvicinò e in un orecchio:
– Maestra ti sei sbagliata, hai detto quella parolaccia invece di dire “casino”. Ho dovuto arrendermi all’evidenza,
Ho ammesso anche con me stessa che la lingua è un organismo vivo, cambia e anche il comune senso del pudore con lei.