cosa ci costa scrivere al computer

Bozze di H. de Balzac per Eugenie Grandet (1833)

Bozze di H. de Balzac per Eugenie Grandet (1833)

Sono stata anche una dattilografa, battevo a macchina la corrispondenza in una “fabbrichetta” nella campagna marchigiana. Un’industria chimica che, come l’ho capita io, raccoglieva scarti di macellazione e li trasformava in denaro.  A preparare le lettere che dovevo battere a macchina erano in più di uno e la dattilografa solo io, c’era da fare e in fretta e bene…

E se ti sfuggiva un errore erano guai… togli i fogli, cancella, rimettili su, ribatti sperando non si vedesse. Come è evidente era epoche fa.

Insomma quando sono arrivata a scrivere al computer la possibilità di sostituire, spostare, copiare e incollare parti del testo mi è sembrata miracolosa e bellissima. Io certo la sapevo e la so apprezzare di più di chi non sapeva come succedeva prima, quanta fatica e tempo e pazienza questa modalità di scrittura risparmia. È un pensiero che mi attraversa spesso la mente mentre scrivo, e sono sempre grata a chi l’ha inventato.

Qualche giorno fa  mi è capitato sotto gli occhi un sito che pubblica centinaia di pagine autografe di grandi della letteratura o della storia.

Annotazioni 4°capitolo de I fratelli Karamazov di Dostoevskij

Annotazioni 4°capitolo de I fratelli Karamazov di Dostoevskij

manoscritto de Il tempo ritrovato di Marcel Proust

manoscritto de Il tempo ritrovato di Marcel Proust

Sono pagine in cui l’autore rivede, corregge, rifà, cancella, sposta brani o parole, in un affannoso fare, cancellare, disfare e rifare.  Lo hanno fatto tutti, pare, incerti fino all’ultimo su come scrivere e cosa.

Alessandro Pushkin

Alessandro Pushkin

Le pagine, ormai diventate famose e fissate  per sempre nella pagina stampata nella versione definitiva, si possono vedere mentre prendevano vita, mentre nascevano e si formavano nella mente dell’autore. Straordinario!

Dostoevskij I demoni

Dostoevskij I demoni

Per fortuna non esisteva ancora il copia-incolla, né la possibilità di correggere facendo sparire la scrittura precedente altrimenti  tanta storia, tante vicende, pentimenti, ripensamenti, svolte della storia, sarebbero andate perdute.

Leonardo Sinisgalli scriveva

Si scrive / si cancella, /una parola si guadagna / e si perde.”

Nel guardare questi autografi mi sono venute in mente anche quelle considerazioni sullo scrivere a mano su cui menti ben più potenti della mia hanno detto. Di sicuro non scrivere più a mano è una perdita come diceva Ceronetti che spero questa volta abbia torto almeno un po’

“Senza l’uso costante della grafia manuale il regresso civile e umano delle nazioni può essere spaventoso”

Come sempre immagino che la soluzione sia una robusta e saggia via di mezzo difficile da realizzare.

Manoscritto e autoritratto di Arthur Rimbaud

Manoscritto e autoritratto di. Arthur Rimbaud

 

Per chi fosse interessato sulla pagina fb “Il mestiere di scrivere” l’ album Scritti a mano